Aggiungiamo una pagina importante al nostro diario.
Dopo giorni di fermento elettorale vissuto tra le mura domestiche e quelle scolastiche, ieri, con grande entusiasmo, Isabella ci ha comunicato la sua elezione a "Sindaco dei Ragazzi" del nostro paese (!). In verità eravamo al corrente delle sua nomina, sin dalla prima media, a componente del "Consiglio Comunale dei Ragazzi", incarico che ha vissuto con grande trasporto e impegno dal principio. Poi, però, noi genitori ci siamo abituati a questa "carica" e la sua rielezione a consigliere, l'anno successivo, aveva fatto meno effetto. Anche la sua aspirazione a diventare "Sindaco dei Ragazzi", per quanto enunciata dai primi mesi della nuova scuola, era passata un po' in sordina e forse noi, non le avevamo prestato la giusta attenzione. Così in modo inatteso e con non poco orgoglio, abbiamo appreso della sua nomina e della cerimonia che si è svolta presso la sua scuola, alla presenza del Sindaco, del Vice Sindaco, del Presidente del "vero" Consiglio Comunale, dell'Assessore all'istruzione e di una rappresentanza degli insegnanti.
Fotografia Dott. Alberto Chierici
Da "Il Resto Del Carlino" - 31 gennio 2013
Al nostro orgoglio abbiamo già accennato, ma vi assicuriamo che oggi festeggiamo, con grande gioia, un evento davvero importante: l'ingresso di Isabella, inpiena autonomia, nel contesto sociale e "politico" del paese.
Anche questa mattina, come spesso mi accade, mi sono svegliato molto presto, indicativamente alle cinque e un quarto. Nel tentare di riaddormentarmi ho messo gli auricolari per ascoltare la radio; normalmente nella notte, e fino alle sei del mattino, sintonizzandosi su "Radio 24 - Il Sole 24 ORE" si possono ascoltare le repliche delle trasmissioni del giorno precedente. Nel dormiveglia ho percepito le parole di una persona della popolazione Rom che ricordava, nella ricorrenza della "Giornata della Memoria", le persecuzioni naziste e l'olocausto proprio dei popoli nomadi Rom e Sinti.
L'idea di questo post nasce, senza pretese di ricerca storica, da chi storico non è, ma trae spunto da quell'intervista ascoltata solo parzialmente e dal ricordo di una testo letto tempo fa e ritrovato per l'occasione, con un riferimento musicale d'eccezione: Fabrizio De André ( e tè dai!) - "Khorakhané - A Forza Di Essere Vento" - dall'album "Anime Salve" 1996.
Elisabetta, bravissima pasticcera, curatrice del sito Il Dolce Lo Porto Io, ha pubblicato un video nel quale propone uno spuntino che, solo a vedere, si preannuncia molto appetitoso e stuzzicante: "Ceci croccanti alle erbe aromatiche". Sembra proprio una ricetta semplice e di preparazione immediata. In realtà tutte le cose presentate da lei, che è molto in gamba, ha grandi capacità e dote di fantasia, appaiono come molto semplici da realizzare, poi alla prova dei fatti ...
Sollecitati da questo filmato, anche noi, nel nostro piccolo, vi proponiamo un video che insegna come preparare uno spuntino ancora più semplice: "Pop Corn".
Poiché non siamo telegenici e brillanti come Elisabetta, deleghiamo la presentazione ad uno chef di caratura internazionale al quale, per sua stessa ammissione, Monica dice di ispirarsi spesso. Il protagonista del filmato è Olaf, il cuoco svedese della banda dei Muppets, colui che per noi è l'antesignano dei cuochi televisivi e, più in generale, dei foodblogger. Anche lui, come Elisabetta, in quello che fa ci mette la faccia.
Preparate le buste ed il microonde e noi, in questa occasione, vi salutiamo con una leggera variante del nome, a presto
La felicità la proviamo quando riceviamo, diamo cose o aiutiamo persone. Soprattutto i bambini provano felicità nel ricevere. Quando gli si regalano giocattoli speciali o tanto desiderati li renderà i più felici del mondo! Alla fine, però, la loro felicità svanirà, perché la cosa non piacerà più, oppure ne vedranno una ancora più bella. Ecco perché gli oggetti non fanno la felicità: prima o poi, non cattureranno più. Cadranno nel dimenticatoio e la felicità iniziale sarà sparita. Ma si può sempre dare. Dare a chi ha meno di noi, può essere un ottimo modo per essere felici. Per esempio, se si aiutano economicamente società che, a loro volta, aiutano poveri o ammalati, ci si sente felici di aver fatto una buona azione.
È bello aiutare la gente. Se, per esempio, un insegnante riesce a far migliorare un alunno in una materia e a recuperarlo da una brutta situazione scolastica, potrà sentirsi felice: perché ha aiutato una persona in difficoltà e perché ha svolto un buon lavoro. Una strategia per raggiungere la felicità, infatti, potrebbe essere quella di impegnarsi in ciò che si fa. Riuscire ad avere buoni risultati, riuscirà anche a fare contenti.
La cosa che più mi fa felice è sicuramente ricevere libri o darli e consigliarli agli amici. Perché per me non c’è niente di meglio di un buon libro, per essere contenta. Ci sono tante piccole cose che danno felicità, ma ognuno la trova a suo modo.
La felicità può arrivare anche con un dono virtuale, soprattutto perchè so che Teresa, Terrible Trudie, ci ha pensato con affetto. Noi, un po' sorpresi e sprovveduti perchè ancora "nuovi" in questo mondo parallelo, trovandoci nella reale difficoltà di segnalare, come richiesto dal regolamento di questo premio, altri cinque blog che abbiano i requisiti richiesti, desideriamo condividerlo con tutti voi . Grati perchè passate da qui per leggerci e ci fate sentire la vostra presenza con un pensiero, qualche parola, un sorriso! Grazie ancora Teresa per aver pensato a noi .......
Una bellissima canzone, scritta da Fabrizio De André e Ivano Fossati, che si può leggere (*), ascoltare o cucinare (**).
Ti t'adesciàe ‘nsce l'èndegu du matin
ch'à luxe a l'à ‘n pè ‘n tera e l'àtru in mà ti t'ammiàe a ou spègiu de 'n tianin ou cè uo s'amnià a ou spegiu dà ruzà ti mettiàe ou brùgu rèddenu'nte ‘n cantùn che se d'à cappa a sgùggia ‘n cuxin-a stria a xeùa de cuntà ‘e pàgge che ghe sùn ‘a cimma a l'è za pinn-a a l'è za cùxia
Cè serèn tèra scùa carne tènia nu fàte nèigra nu turnà dùa
Bell'oueggè strapunta de tùttu bun prima de battezàlu ‘ntou prebuggiun cun dui aguggiuìn dritu ‘n pùnta de pè da sùrvia ‘n zù fitu ti ‘a punziggè àia de lùn-a vègia de ciaèu de nègia ch'ou cègu ou pèrde ‘a tèsta l'àse ou sentè oudù de mà misciòu de pèrsa lègia cos'àtru fa cos'àtru dàghe a ou cè
Cè serèn tèra scùa carne tènia nu fàte nèigra nu turnà dùa e ‘nt'ou nùme de Maria tùtti diài da sta pùgnatta anène via
Poi vegnan a pigiàtela i càmè te lascian tùttu ou fùmmu d'ou toèu mestè tucca a ou fantin à prima coutelà mangè mangè nu sèi chi ve mangià
Cè serèn tèra scùa carne tènia nu fàte nèigra nu turnà dùa e ‘nt'ou nùme de Maria tùtti diài da sta pùgnatta anène via.
(Ti sveglierai sull'indaco del mattino quando la luce ha un piede in terra e l'altro in mare
ti guarderai allo specchio di un tegamino il cielo si guarderà allo specchio della rugiada metterai la scopa dritta in un angolo che se dalla cappa scivola in cucina la strega a forza di contare le paglie che ci sono la cima è già piena è già cucita
Cielo sereno terra scura carne tenera non diventare nera non ritornare dura
Bel guanciale materasso di ogni ben di Dio prima di battezzarla nelle erbe aromatiche con due grossi aghi dritti in punta di piedi da sopra a sotto svelto la pungerai aria di luna vecchia di chiarore di nebbia che il chierico perde la testa e l'asino il sentiero odore di mare mescolato a maggiorana leggera cos'altro fare cos'altro dare al cielo
Cielo sereno terra scura carne tenera non diventare nera non ritornare dura e nel nome di Maria tutti i diavoli da questa pentola andate via
Poi vengono a prendertela i camerieri ti lasciano tutto il fumo del tuo mestiere tocca allo scapolo la prima coltellata mangiate mangiate non sapete chi vi mangerà
Cielo sereno terra scura carne tenera non diventare nera non ritornare dura e nel nome di Maria tutti i diavoli da questa pentola andate via)
A noi piacciono i mercatini, quelli dove si trovano "le cose di altre case", come dice Andrea, senza pretese d'antiquariato ... per intenderci, quelli "delle pulci". Non tanto tempo fa, ci siamo imbattuti in un banchetto curioso, animato da una gentile signora; il parlato con le erre arrotolate da quell'accento che "fa molto chic". Sollecitata dalle nostre domande, scopriamo di lei che è francese e nel raccontarsi ci spiega la natura di quelle che erano state l'origine della nostra curiosità ... piccole statuine di ceramica.
Nel suo paese d'origine le raccoglie da anni e provengono da dolci che vengono consumati, per tradizione, durante l'Epifania. Nella "Torta dei Re" viene celata all'interno una piccola sorpresa e chi, mangiando il dolce, la trova è il re per tutta la giornata e ha diritto di portare la corona.
In Francia si trova in tutte le pasticcerie e viene venduta con la corona monouso per supplire alla mancanza di quella di famiglia. Originariamente all'interno del dolce veniva nascosta una fava poi, nell'Ottocento, fu sostituita con figurine di porcellana che diedero origine a vere e proprie collezioni. Noi siamo rimasti affascinati dal racconto e dalle statuine e così abbiamo iniziato a cercarle e raccoglierle.
Quelle che vedete nelle foto, che ho scattato per l'occasione, sono relative alla Natività e quest'anno, trovando la ricetta del dolce che originariamente le conteneva, abbiamo pensato di riunire, per curiosità, gli elementi così da rievocare la tradizione di cui ci aveva narrato la signora francese.
Ingredienti: 460 gr. pasta sfoglia stesa 120 gr. farina di mandorle 90 gr. burro 90 gr. zucchero 2 uova 1 mandorla sgusciata vaniglia rum. 1. Amalgamate bene lo zucchero con il burro morbido, aggiungendo i semi di mezzo baccello di vaniglia: mescolate con una frusta, finchè il composto diventa cremoso. Incorporate poi un uovo e 1-2 cucchiai di rum. 2. Unite al composto di burro la farina di mandorle (volendo, potete rinforzare il gusto aggiungendo anche qualche goccia di essenza di mandorle) 3. Spalmate la crema su un disco di sfoglia, lasciando 5 cm di margine. Nascondete all'interno della torta, nel ripieno, una mandorla, una noce, una nocciola o altro a piacere. Spennellate il bordo libero con un po' di albume. 4. Coprite il ripieno con l'altro disco di sfoglia e premete bene il bordo, in modo che aderisca bene alla base.
5. Ritagliate il bordo con un coltellino o con un anello tagliapasta. Spennellate la superficie della torta con un tuorlo battuto con un po' d'acqua.
6. Sigillate ulteriormente i bordi con i rebbi di una forchetta, in modo da ottenere un motivo decorativo. Decorate pure la superficie della torta con incisioni curve o a griglia o con i disegni che preferite. Infornate la torta a 200°C per 20', abbassate a 180°C e cuocete per altri 15 minuti.
(La ricetta è tratta da "La Cucina Italiana" - rubrica "Cucina dal Mondo", numero di dicembre 2012).
Vi assicuro che è anche deliziosa e offrendovene una fetta vi auguro